Divieti di concorrenza nel diritto del lavoro

Costituzione, disamina e loro applicazione

Tra gli interessi principali dell’imprenditore, vi è quello che i lavoratori si comportino in modo leale nei suoi confronti e che, in particolare, desistano dallo svolgere attività di concorrenza. In molti casi tale necessità non termina con la cessazione del rapporto di lavoro, ma continua per un periodo successivo. il datore di lavoro necessita spesso anche un patto di non concorrenza post contrattuale. Non di rado, cessato il rapporto di lavoro si instaurano conflitti e dubbi riguardanti il divieto di concorrenza. Le sentenze delle corti competenti hanno un ruolo essenziale in controversie relative a questi aspetti.

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Consulenza legale per questioni di concorrenza nel diritto del lavoro

I nostri avvocati specializzati in diritto dell’impresa e in diritto del lavoro offrono consulenza e assistenza in tutte le questioni attinenti al diritto della concorrenza tedesco, italiano ed internazionale. In particolare:

  1. Redazione di contratti di lavoro con patti di non concorrenza (multilingue, italiano, tedesco e inglese)
  2. Disamina di clausole di non concorrenza, inclusi i profili di diritto internazionale
  3. Tutela, giudiziale e stragiudiziale, dei diritti derivanti da patti di non concorrenza e difesa del diritto al lavoro derivante da divieti di concorrenza non pacifici

Divieto di concorrenza in costanza del rapporto di lavoro

Durante un rapporto di lavoro il lavoratore non può entrare in concorrenza con il datore di lavoro. È la legge stessa a prevedere tale divieto, § 60 “Handelsgesetzbuch” (Codice di commercio tedesco), tra le parti non è necessaria alcuna pattuizione in tal senso. Il lavoratore non può mettere in pericolo gli interessi commerciali del datore di lavoro. Secondo la giurisprudenza della Corte Suprema tedesca per le questioni di diritto del lavoro il lavoratore ha il divieto di svolgere prestazioni per un terzo che sia attivo negli ambiti del datore di lavoro. Ciò vale sia per attività di lavoro subordinato, sia per attività autonome a favore di concorrenti.

Datore di lavoro e lavoratore possono, naturalmente, modificare le disposizioni di legge. Ciò avviene regolarmente nei contratti di lavoro o in accordi integrativi.

Patto di non concorrenza post contrattuale, § 110 GewO (Regolamento tedesco sulle attività commerciali) e § 74 HGB (Codice di commercio tedesco)

Con la cessazione del rapporto di lavoro cessa generalmente anche il divieto di concorrenza. Il datore di lavoro può evitare una concorrenza dei propri lavoratori solo mediante un accordo scritto che risponda ai requisiti dei §§ 74 e seguenti “Handelsgesetzbuch” (Codice di commercio tedesco) concernenti il “patto di non concorrenza post contrattuale”.

Un tale accordo prevede il pagamento di un’indennità “Karenzentschädigung“ al dipendente secondo disposizioni legislative minime inderogabili.

L’indennità per rinuncia alla concorrenza

La parola “Karenz” si può tradurre con attesa. Il lavoratore riceve, appunto, un’indennità durante il tempo in cui non può svolgere concorrenza per il precedente datore di lavoro e rinunciare così ad utilizzare le sue conoscenze ed esperienze professionali. L’ammontare minimo di tale indennità è fissato dalla legge: il lavoratore deve ricevere almeno il 50% dell’ultima retribuzione - inclusi eventuali bonus e benefit - e ciò per tutta la durata del patto di non concorrenza. Se il datore di lavoro vuole evitarne il pagamento deve recedere mediante dichiarazione scritta. Il termine previsto dalla legge è di un anno, § 75a “Handelsgesetzbuch” (Codice di commercio tedesco).

Divieti di concorrenza all’interno di gruppi industriali internazionali

La situazione più complessa si ha quando sussistono elementi di internazionalità o all’interno di gruppi industriali internazionali. Non esiste un diritto internazionale della non concorrenza. Gli obblighi di pagamento dell’indennità, la durata e ampiezza del patto ecc. sono regolati dal diritto scelto dalle parti o applicabile per legge, in caso di mancanza di scelta.

Trattandosi di norme destinate a tutelare il lavoratore, si tratta spesso di norme inderogabili. La loro applicazione potrà, quindi, dipendere dallo Stato in cui viene instaurata una causa, soprattutto a fronte delle limitazioni che gravano sul datore di lavoro di pattuire validamente un foro alternativo da quello previsto per legge.

Accorgimenti e strategie per il datore di lavoro

Errori o anche solo imprecisioni nel patto di non concorrenza possono portare alla completa nullità del medesimo. Nei contratti di lavoro, non è raro trovare clausole che penalizzino eccessivamente il lavoratore e rendano nullo il divieto.

In caso di violazione di un patto di non concorrenza validamente stipulato il datore di lavoro ha diversi strumenti per tutelarsi. Può rifiutarsi di corrispondere l’indennità o anche rendere nulla la relativa pattuizione contrattuale. Oltre al diritto al risarcimento dei danni, spesso anche affiancati da penali contrattuali, è possibile agire in via cautelare per ottenere la cessazione della concorrenza.

Accorgimenti e strategie per il lavoratore

Anche i lavoratori, soprattutto i dirigenti, devono essere molto attenti a non violare un patto di non concorrenza post contrattuale. Seppure la giurisprudenza tenga in considerazione che il diritto al lavoro è garantito costituzionalmente, in caso di violazioni si presentano gravi rischi economici per il lavoratore.

Il consiglio, valido per tutte le parti coinvolte, è di valutare attentamente durata e condizioni del patto di non concorrenza e regolare precisamente l’ammontare dell’indennità e l’ampiezza dei doveri del patto.

Per il datore di lavoro è anche consigliabile esaminare periodicamente la necessità di tenere in vigore patti di non concorrenza post contrattuale e di revocare quelli non più necessari, risparmiando così l’eventuale indennità.